La Via dei Colori Onlus non si occupa solo di scuole ma anche di case di cura, ospizi ed ospedali. Ed è proprio di un ospedale dei miracoli che vorrei parlarti oggi, protagonista in questa vicenda insieme a tutto il personale medico e paramedico che con passione si dedica agli altri. Questa Good News mi è particolarmente cara e racconta di un quindicenne salvato dal personale medico appassionato e caparbio che, nonostante l’apparente “fine dei giochi” ha creduto e tentato letteralmente riportando alla vita un ragazzo decisamente troppo giovane per vedere la parola “fine”.
La storia di Michi
È il 24 Aprile 2015 quando Michi, 15 anni, decide con quattro amici di tuffarsi da un ponticello nelle acque del Naviglio. Siamo a Castelletto di Cuggiono in provincia di Milano. La sfortuna vuole però che Michi rimanga impigliato sul fondo senza più riuscire a risalire. Nonostante la chiamata ai soccorsi, l’intervento del 118 e dei vigili del fuoco, trascorrono più di 40 minuti prima che Michi venga riportato a galla. Con una temperatura corporea di 29° ed il cuore fermo la situazione appare molto più che disperata. I soccorritori, che non abbandonano le speranze, iniziano le procedure facendo ripartire il battito mentre il ragazzo viene trasportato d’urgenza verso l’Ospedale San Raffaele di Milano con l’elisoccorso.
L’ospedale dei miracoli
Qui l’equipe di Rianimazione cardio-toraco-vascolare, guidata da Alberto Zangrillo, rilevato che i polmoni non si sono riempiti d’acqua grazie alla mancata circolazione del sangue a seguito dell’arresto cardiaco tenta il tutto per tutto. Michi viene attaccato ad un macchinario medico all’avanguardia, l’Ecmo.
Questo macchinario drena il sangue del paziente, lo riscalda, lo ossigena e lo rimette in circolo. La speranza è che la bassa temperatura del Naviglio (circa 15° in quella giornata) abbia prodotto una sorta di “ibernazione” che ha protetto gli organi del paziente.
L’intuizione del dottor Zangrillo è vincente. Michi reagisce e piano piano tutti i suoi organi riprendono il normale funzionamento.
Dopo alcune settimane sotto sedativo adesso è vigile e presente e tra qualche giorno sarà dimesso e ricoverato in una struttura di riabilitazione.
Di questa brutta avventura, che gli ha causato l’amputazione della gamba destra, il ragazzo porterà con se il ricordo per sempre.
Ma è vivo e noi vogliamo raccontare una storia di una sanità BUONA, FUNZIONANTE, che si prende dei rischi per salvare la vita di un ragazzo, che sperimenta e VINCE.
Perché un quindicenne possa assistere al match Juve-Barcellona del 6 giugno e vivere tutto il resto della sua vita bevendo un Mohito in onore dell’equipe del dottor Zangrillo e il personale del 118. Angeli appassionati e amanti del loro lavoro che lo hanno restituito all’affetto dei suoi cari.
Grazie!
Tratto da: Repubblica.it.
(A cura di Loredana Costi)