Dopo aver introdotto la nuova rubrica “M come Maestra” abbiamo invitato la maestra Paola Roela di Terni a spiegarci qualcosa del suo lavoro di ogni giorno. Fin da subito si è mostrata felicissima di poter collaborare con noi e nella mail che accompagna il primo post della rubrica ci scrive: “Mi piace molto il fatto che vogliate sottolineare anche gli aspetti positivi del nostro lavoro e di chi lo fa davvero con passione e coscienza. Non riesco a seguirvi in tutto come vorrei, ultimamente sono impegnata su più fronti, però tenetemi aggiornata, ci tengo.“
Paola Roela ci racconta i suoi giorni da maestra
“Ciao a tutti,
Mi chiamo Paola Roela e sono un’insegnante della Scuola Infanzia “Marzabotto” di Terni. Una maestra, ma solo dal 2006. Sapete perché? Perché prima ero un’impiegata delle Poste.
A 23 anni, risultata idonea in un apposito concorso, ho iniziato a lavorare come impiegata straordinaria per poi essere assunta nel 1991 a tempo indeterminato. Una volta dentro quella realtà mi sono resa conto che non era il lavoro a me più congeniale e ho iniziato, pur lavorando, a studiare e a sostenere le prove di tutti i concorsi indetti, da allora in poi, per la scuola. Ho conseguito cinque abilitazioni, di cui tre per la scuola primaria e due per l’infanzia, l’ultima nel 1999.
In quest’ultimo concorso avevo ottenuto un ottimo piazzamento. Purtroppo però la graduatoria da provinciale è diventata regionale facendomi slittare indietro di parecchi posti.
A giugno 2006 avevo deciso di mettermi il cuore in pace dicendomi che non era destino che andassi a insegnare. Nello stesso anno, a luglio, mi è arrivato in ufficio il telegramma di convocazione che mi annunciava l’assunzione in ruolo nella scuola della mia città. Non riuscivo a crederci! Quindi, dopo le opportune verifiche, mi sono licenziata e dal 1° settembre ho iniziato ad insegnare. Avevo 40 anni.
Non nascondo che l’inizio non è stato facile, non con i bambini, nè con i genitori, con i quali sono entrata subito in sintonia, ma per la malcelata ostilità della collega, prossima alla pensione, che non mi vedeva affatto di buon occhio e che mi era stata assegnata dalla D. S. come tutor per l’anno di prova. Una volta dimostrata sul campo la mia buona volontà e competenza, nonostante l’inesperienza, lei si è ricreduta e siamo rimaste insieme per tre anni fino alla fine del suo mandato.
Subito dopo è arrivata un’altra collega, mia coetanea, con la quale siamo ancora insieme d’amore e d’accordo. Potete vederlo voi stessi guardando la foto con la quale lei e i bambini mi hanno accolto al mio ritorno dopo essere stata assente per malattia solo per pochi giorni.
L’anno scorso, essendo diplomata in pianoforte, il nuovo D.S. mi ha incaricato di dirigere un coro in due scuole primarie del nostro circolo ed è stata un’esperienza fantastica che spero di ripetere anche quest’anno. Il lavoro, sia nell’infanzia che nella primaria, è tremendamente impegnativo ma quando vedo quanto amore, stima, fiducia i bambini e, spesso, anche i loro genitori, siano capaci di offrirmi capisco di aver fatto la scelta giusta.
Abbiamo realizzato con la mia collega di sezione e le altre colleghe della scuola numerosi interessantissimi progetti. Ne cito uno per tutti. Il Progetto Lettura, biennale, di Circolo, svolto negli anni scolastici 2010/2011 e 2011/2012. Abbiamo lavorato in particolar modo sulle fiabe e nella mia sezione abbiamo effettuato la lettura del libro originale “Pinocchio” di Collodi una volta a settimana, il mercoledì. Sono rimasta stupita di come i bambini attendessero con ansia quel momento e della loro capacità di attenzione nonostante la presenza di numerosi piccoli di 3 anni, trattandosi di sezione eterogenea. Dopo la lettura effettuavamo una conversazione su ciò che avevamo letto e alla fine i bambini disegnavano ciò che li aveva più colpiti.
Con tutti i loro disegni alla fine dell’anno è stato realizzato un libretto individuale con la propria personalissima e originale interpretazione della storia da parte di ogni bambino. Abbiamo lavorato anche su altre fiabe realizzando a scuola, utilizzando varie tecniche, dei libri grandissimi di “Cappuccetto Rosso”, “I tre porcellini” e “Biancaneve”. Rimasti a scuola e facilmente consultabili da tutti i bimbi. Sono davvero felice di essere riuscita a realizzare il mio sogno anche se la mia predilezione va alla scuola primaria. Mi dispiace solo di come e quanto la scuola venga sempre più svilita, depredata, ignorata quando invece la maggior parte di chi ci lavora è competente, appassionato, desideroso di aggiornarsi e di migliorarsi.
Che altro dire? Non lasciamoci scoraggiare e andiamo avanti con forza, competenza e determinazione, come soprattutto voi avete sempre fatto. Augurandomi che giungano tempi migliori per la scuola e la nostra società in generale vi abbraccio tutti.
Con affetto Paola Roela.”
(A cura di Rossella Legnaro)