Per le Good News di oggi vorrei parlarti di Dave Eggers e del suo progetto 826 Valencia. Progetto che nel 2008 ha vinto il premio TED assegnato alla migliore proposta che potrebbe cambiare il mondo.
Il Progetto 826 Valencia
826 Valencia è un indirizzo fisico di San Francisco dove c’è un negozio di pirati. Tra gambe di legno, bauli, uncini, tappi per non sentire il canto delle sirene, sabbia per quando fosse necessario seppellire in fretta un tesoro, il kit per scappare dal ventre della balena si cela una particolarissima scuola di lettura e scrittura creativa che Dave, insieme a sua moglie Vendela Vida, ha fondato nel 2002 per aiutare bambini e ragazzi stranieri con problemi di lingua.
Dave racconta:
“Da noi ci sono ragazzi che faticano con l’inglese, perchè non è la loro lingua madre. Sono soprattutto di lingua spagnola (messicani, guatemaltechi salvadoregni) e non saper parlare, scrivere con esattezza la lingua del paese dove vivi, ti fa sentire frustrato, escluso, diverso. Non riesci a interagire con gli altri, a spiegare chi sei. Ti fa sentire disonorato. E questo è molto pericoloso”.
“All’inizio avevamo un’idea minuscola: aiutare i ragazzi a fare i compiti a casa. Abbiamo affittato uno spazio vicino alla sede delle riviste: gli scrittori uscivano dalle riunioni e andavano a lavorare coi ragazzi. Il nostro metodo era la dedizione e la convinzione che dovevamo poter offrire ai ragazzi una relazione esclusiva col tutore: uno a uno. Gli insegnanti, nelle scuole pubbliche americane, devono occuparsi di centinaia di allievi ogni giorno. Noi gli avremmo dato quell’attenzione che non potevano ricevere la mattina, li avremmo ascoltati, aspettati fin quando fosse stato necessario. Abbiamo avuto ragione: in poche ore, con un insegnante a disposizione, i ragazzi facevano progressi enormi. Poi piano piano ci siamo allargati, abbiamo aperto altre sedi in America e iniziato a insegnare anche agli insegnanti. E’ una specie di tutoraggio in entrambe le direzioni. Le scuole sanno di poter contare su di noi, e quando hanno bisogno di aiuto ci chiamano. Insegniamo l’inglese, certo, ma anche tutte le altre materie. I ragazzi devono tornare a casa con tutti i compiti fatti, così da poter stare tranquilli con le famiglie.”
“Il nome è diventato la nostra identità e ogni nuova sede locale è una 826 (826 Chicago, 826 New York, 826 Los Angeles, 826 Michigan ad Ann Arbor, 826 Seattle, e 826 Boston).”
“I pirati servono a far sentire i ragazzi a loro agio. È importante che sentano quel posto come la loro casa, altrimenti non tornano. Da noi c’è un ragazzo che viene ormai da dodici anni, prima come studente adesso come volontario. Molti dei nostri allievi rimangono a insegnare, una volta diplomati. Questo ragazzo, aveva una situazione complicata ed era stato vittima di vari episodi di bullismo, era stato eletto sindaco di 826 Valencia. Gli avevamo dato anche un divisa, che indossava con grande orgoglio, e il compito di accogliere le persone e accompagnarle nelle visite. Ogni sede di 826 National è dedicata a una diversa attività: a New York abbiamo un garage a Brooklyn per la manutenzione dei super-eroi, a Michigan si aggiustano Robot. C’è un 826 a Boston, a Chicago, a Los Angeles, a Washington d.c. e a Seattle, ognuna con la sua specialità.“
“Dopo la famiglia e la scuola, ci siamo noi. Non vogliamo sostituirci a nessuno, vogliamo soltanto aiutare. Nelle scuole americane ormai si fanno soltanto test. Noi proviamo a far appassionare i ragazzi al racconto, che è il contrario della nozione in pillole. Le storie tengono insieme, cuciono, confortano. Se perdiamo la capacità di raccontarci, perdiamo il senso del nostro stare al mondo. Ma per potersi raccontare, i ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati, e noi facciamo soprattutto questo: li ascoltiamo”.
Fonte: Articolo di Elena Stancanelli per la Repubblica.
(A cura di Arianna Pand)