Per le Good News di oggi condividiamo la lettera di una mamma che ha salvato suo figlio grazie al Corso della CRI (Croce Rossa Italiana) e alle manovre di disostruzione pediatrica. Una lettera pervenuta al Referente Nazionale della CRI come testimonianza reale per far capire quanto siano importantissimi questi corsi di cui ci siamo occupati anche noi (come puoi leggere cliccando QUI).
La testimonianza di una mamma che ha salvato suo figlio grazie al Corso della CRI
“Sono una mamma, normale. E come tanti, penso ‘tanto a me non succederà’. Eppure le cose accadono e mediamente non siamo preparati.
Ho un bambino di due anni, Samuele. Sano, discolo e simpatico. Bè, sono la madre, che altro potrei dire. Ah, ecco, è bellissimo! Faccio la conduttrice radiofonica a Radio Italia Solo Musica Italiana. Tutti i giorni, durante la trasmissione mia e di Patrick, dedichiamo un appuntamento semi serio, “alle gesta” del mio piccolino.
Mi piace pensare che le mamme si identifichino, che nelle mie paure, nei miei egoismi, nella mia normale e faticosa quotidianità, possano trovare una qualche consolazione, un’affinità con la voce alla radio. Penso che sia per questo motivo che la Croce Rossa, in collaborazione con l’Ospedale Fatebenefratelli di Erba e il Lario Soccorso, a febbraio scorso mi ha invitata ad Erba come madrina ad una dimostrazione delle manovre di disostruzione infantili. Premetto che ci sono andata solo perché invitata. Per un motivo simile non me la sarei sentita di dire no anche se sinceramente, da fifona quale sono, quel sabato pomeriggio avrei preferito non pensare ai possibili soffocamenti infantili e farmi una passeggiata a Lecco. Sono stata fortunata, molto fortunata, e allora devo tradurre in informazione questa mia fortuna personale. Devo parlare con le mamme, gli insegnanti, i nonni. Devo dire a chiunque stia vicino ai bambini, che non è vero che “tanto non capita”.
Capita, e se si è preparati tutto finisce bene. Pochi giorni fa, fine agosto. Giocavo con Samuele. Eravamo in macchina, ma fermi sotto casa. Faceva finta di guidare e si divertiva a cambiare radio e cercare la musica che gli piace. Si è ricordato della borsa della mamma che è un mondo pieno di strani oggetti da scoprire. Tra questi, un banalissimo sacchetto di biscotti. Di quelli che ti offrono in aereo. Piccoli quanto un euro. Ne ha preso uno. Normale. Tutti mangiano i biscotti. Anche i bimbi, ma Samu questa volta non l’ha masticato. Ha tentato di ingoiarlo intero. Il biscotto ha immediatamente ostruito la sua trachea. Non passava più aria. Il corpo gli si è irrigidito, ha sgranato gli occhi terrorizzato e non gli uscivano le lacrime. Ho agito come un automa.
Ci ripenso e rivedo la scena come se non l’avessi vissuta ma la guardassi da fuori. Sono scesa dalla macchina, ho aperto la portiera dal lato dove si trovava. L’ho tirato fuori, avevo in mente con lucidità tutti i passi da fare: l’ho preso in braccio, mi sono inginocchiata e ho cominciato con la prima manovra, le “pacche” sulla schiena, ricordando tutti i consigli. Niente. Non respirava. Ho praticato la seconda, quella che sembra un pugno nella pancia. Niente. Ho ripetuto tutto. E mi dicevo “se perde conoscenza, chiamo in viva voce il 118 e nel frattempo gli faccio il massaggio”. Ma non sono dovuta arrivare a tanto. Alla quinta manovra è scoppiato a piangere, segno inequivocabile di aria nei polmoni, finalmente. E con lui ho pianto anch’io, un fiume di lacrime, una fontana rotta, un fiume in piena. Perché tanta lucidità? Chi sono? Wonder Woman? No, come ho detto all’inizio sono una mamma normale, ma con la fortuna di aver imparato poche semplici mosse.
Io che svengo per un prelievo del sangue, che scappo dalla sala operatoria quando sto per partorire, che tremo mentre gli disinfetto il ginocchio, posso salvare una vita. Tu che mi stai leggendo, tu che sei normale come me, devi imparare, devi essere pronto anche tu. Non esiste l’obbligatorietà negli asili per questi corsi. Quando iscrivi tuo figlio a scuola, accertati che le maestre sappiano le manovre, altrimenti imponiti con gli altri genitori. La Croce Rossa insegna, arriva ovunque, spiega, aiuta. Basta chiedere. Se quel sabato di febbraio fossi andata a fare la passeggiata in riva al lago, ignorando la possibilità di imparare, non so cosa starei facendo ora. Di certo so che per i nostri bambini possiamo fare molto.
Cosa c’è di più importante della vita stessa? Chiedi alla Croce Rossa. E’ semplice.“
Fonte: Croce Rossa Italiana.
(A cura di Arianna Pand)