Quando porto le mie bambine dalla Pediatra è sempre un terno al Lotto. Quanto tempo dovrò passare qui dentro prima di essere ricevuta? Quanti germi dovrò e dovranno respirare prima di essere visitate per quello che hanno portato loro come “bagaglio personale”? Ma soprattutto: riuscirò a tenerle buone fino al momento della visita senza che si addormentino, comincino a saltellare e a chiedere “quando ce ne andiamo”? Insomma, a me proprio non piace portarle dalla Pediatra e cerco di andarci il meno possibile ma per “esigenze particolari” almeno una volta al mese il “giro” dobbiamo farlo.
Tuttavia, da qualche settimana, la Pediatra che già stimavo a priori per innumerevoli riscontri positivi che mi ha dato ha tirato fuori dal cappello il classico “coniglio”. Qualcosa di talmente semplice da essere letteralmente geniale!
La visita dal pediatra diventa acculturata
Accesa sostenitrice del progetto “Nati per leggere“ ha dapprima instaurato una sorta di “book crossing” per bambini invitando i piccoli a portare a casa un libretto per poi riportarlo appena finito o portarne altri che sono piaciuti in modo da farli leggere a più bambini possibile.
Ma la geniale idea l’ho scoperta solo oggi. Entrata a ritirare la solita ricetta con al fianco la mia Grande Donna (9 anni), una voce calda e pacata ha detto “Ciao, come ti chiami? Vuoi leggere con me?“
Meraviglia! Una volontaria di Nati per Leggere si è posizionata in ambulatorio a leggere e raccontare fiabe. Inutile dire che era quasi impossibile vederla circondata da bambini entusiasti della novità.
La mia si è buttata subito a pesce. Adesso il problema non sarà più portarle dalla Pediatra ma riportarle a casa.
Un grazie speciale a chi ama ancora così tanto il proprio lavoro e i bambini da pensare a loro sempre e comunque cercando di allietare anche i periodi di noiosa attesa.
(A cura di Loredana Costi)