Molti bambini vittime di maltrattamenti infrastrutturali accusano un’incapacità di controllare la pipì. Scopriamo insieme cos’è l’enuresi e se può considerarsi un campanello di allarme.
Cos’è l’enuresi
L’enuresi è la persistente incapacità di controllare la minzione in un’età in cui questo controllo dovrebbe essere stato già appreso. Conosciuta anche come incontinenza urinaria, il sintomo è comune nei bambini, con una incidenza che va dai 2 al 10%. Più comunemente viene definito come “bagnare il letto”. Attualmente, il DSM-5 riconosce diversi sottotipi di enuresi: i tre principali tipi di enuresi sono “solo notturna”, “solo diurna” e “notturna e diurna”.
Quando si manifesta l’enuresi e perché
L’enuresi notturna è più comune nei maschi. L’eliminazione dell’urina avviene spesso nel primo terzo della notte. Le cause, avendo avuto cura di escludere danni fisici, possono essere rintracciate in un errato comportamento prima di coricarsi (non andare in bagno) o alti livelli di stress o ansia. L’enuresi diurna è più probabile che accada nel pomeriggio, quando un bambino è a scuola o con compagni di gioco e non vuole prendersi una pausa per andare in bagno. Spesso è fonte di imbarazzo e vergogna nei confronti dei coetanei. L’enuresi notturna e diurna insieme è ovviamente quella che mette più in difficoltà il bambino perché si ritrova continuamente bagnato ed esposto ai giudizi degli altri.
I sintomi dell’enuresi
Il sintomo principale della enuresi rimane l’eliminazione inadeguata di urina, che può avvenire in maniera volontaria o involontaria. L’enuresi può essere collegata con un disturbo dell’umore o un disturbo emotivo. Ha un alto livello di comorbidità con il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Cause e fattori di rischio
Sotto i cinque anni, l’eliminazione inadeguata di urina o feci (encopresi) è considerata ancora accettabile, in quanto i bambini stanno imparando a controllare gli sfinteri. Le cause dell’enuresi sono molteplici. Essa è spesso collegata a stati d’ansia, ad un rallentamento nello sviluppo, ad iperattività e all’incapacità di riempire la vescica durante il sonno a causa di eccitazione inadeguata (Patel et al., 2012). E’ altresì vero che l’enuresi è strettamente collegata alla componente emotiva del bambino e può quindi manifestarsi in presenza di una separazione da un genitore, la nascita di un fratello o un evento altamente traumatico.
Il tasso di incidenza dell’enuresi notturna diminuisce al crescere dell’età e passa dal 20% nei bambini fino al 2% in età adulta (Ju, 2013).
Bambini con bassa autostima hanno più probabilità di essere affetti da enuresi. La qualità del sonno e il rendimento scolastico sono direttamente influenzati dal fenomeno dell’enuresi (Üçer, e Gümüs, 2013).
Se da un lato l’enuresi è causa di imbarazzo nei bambini, lo è anche per i genitori, la cui qualità della vita è destinata a peggiorare. Le madri, in particolare, sperimentano con più facilità alti livelli di ansia e di depressione e temono che i loro figli possano soffrire di uno sviluppo più lento (Ju, 2013).
Criteri diagnostici
La descrizione del DSM-5 relativamente ai criteri diagnostici per l’enuresi (APA, 2013) richiede che il ripetuto svuotamento della vescica a letto o sui vestiti (involontario o intenzionale) si manifesti soddisfacendo tutte le seguenti codizioni:
- Il comportamento deve manifestarsi con una frequenza di due volte a settimana per almeno 3 mesi consecutivi e la presenza del disagio deve evidenziare una compromissione sociale, scolastica o in altre aree importanti del funzionamento;
- L’età cronologica deve essere di almeno 5 anni di età;
- Il comportamento NON deve essere dovuto all’effetto fisiologico diretto di una sostanza (quale un diuretico o antipsicotico) o per incontinenza a seguito di poliuria (ovvero aumento, transitorio o permanente della quantità di urina emessa, che può superare i due litri nelle 24 ore, dovuto per lo più a nefropatie o a diabete) o durante la perdita di coscienza.
Come si può affrontare il problema dell’enuresi
Un comportamento punitivo da parte di chi si prende cura del bambino, riduce ulteriormente la stima che il bambino ha di se stesso, mortificandolo e rendendolo insicuro, con il rischio di cronicizzare il problema. Semmai sarebbe più opportuno gratificarlo ad ogni piccolo risultato che riesce a raggiungere, standogli vicino, con l’aiuto di un professionista psicologo.
Vale la pena di ricordare che l’enuresi è la manifestazione di un malessere o di un disagio del bambino. Va quindi individuata la causa di tale malessere, non il sintomo. Allo stesso modo, durante il trattamento psicologico può essere utile avvalersi di alcune strategie di “contenimento”, come ad esempio evitare durante la sera di far bere quantità eccessive di liquidi e di cadenzare con orari specifici le sedute in bagno, soprattutto prima di andare a dormire. E’ sconsigliato svegliare il bambino durante la notte, piuttosto è più efficace abituarlo a gestire il suo bisogno durante il giorno.
E’ stato dimostrato che la psicoterapia è più efficace di alcune terapie comportamentali che utilizzano dei sistemi di allarme collegati all’emissione di urina e che le erbe medicinali sono più efficaci di farmaci anticolinergici, tipo la desmopressina (Huang, Shu, Huang, e Cheuk, 2011). Alcune ricerche hanno utilizzato terapie alternative che hanno prodotto notevoli risultati nel trattamento dell’enuresi. Uno studio egiziano ricercando l’efficacia dell’agopuntura cinese sull’enuresi notturna ha riportato un successo del 92% (El-Koumy, El-Sayed, e Salama, 2011).
Un video per comprendere facilmente cosa sia l’enuresi:
Qui di seguito una spiegazione semplice che spiega il fenomeno dell’enuresi ed una chiarissima intervista del Dott. Pietro Ferrara. Il Dott. Ferrara è docente di pediatria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Università Campus Bio Medica Roma. In questo video si cerca di analizzare il problema sostanzialmente l’enuresi primaria ovvero presente in maniera costante fin dalla tenera età e le sue conseguenze. Nei casi di cui ci occupiamo invece in questo sito, solitamente si parla di un problema di enuresi che insorge a seguito di un trauma. In questo secondo caso, pur mantenendo le conseguenze del disturbo, la genesi e le cause sono invece sostanzialmente diversa.
Fonti e Referenze bibliografiche
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.
- El-Koumy, M. A., El-Sayed, S. A., & Salama, A. M. (2011). Treatment of primary persistent nocturnal enuresis by acupuncture: a follow-up study. Medical Research Journal, 10(1), 14-17.
- Huang, T., Shu, X., Huang, Y. S., & Cheuk, D. K. (2011). Complementary and miscellaneous interventions for nocturnal enuresis in children. Cochrane Database Syst Rev, 12.
- Ju, H. T., Kang, J. H., Lee, S. D., Oh, M. M., Moon, D. G., Kim, S. O., … & Woo, S. H. (2013). Parent and Physician Perspectives on the Treatment of Primary Nocturnal Enuresis in Korea. Korean journal of urology, 54(2), 127-134.
- Patel, V., Golwalkar, R., Beniwal, S., Chaudhari, B., Javdekar, A., Saldanha, D., & Bhattacharya, L. (2012). Elimination disorders: Enuresis. Medical Journal of Dr. DY Patil University, 5(1), 14.
- Üçer, O., & Gümüs, B. (2013). Quantifying subjective assessment of sleep quality, quality of life and depressed mood in children with enuresis. World journal of urology, 1-5.
(Articolo a cura della Dott.sa Francesca Ribaudo)