Caselle in Pittari (SA), 23 Maggio 2014
Fermate due insegnanti di scuola elementare a Caselle in Pittari in provincia di Salerno. Sono accusate di maltrattamenti su minori. I Carabinieri di Sapri, coordinati dal Capitano Emanuele Tamorri, hanno arrestato e messo ai domiciliari Rina Rovisi mentre Rosa Fiscina è stata sospesa per due mesi dal servizio d’insegnamento.
Il caso di maltrattamenti nella scuola elementare di Caselle in Pittari
Le indagini partono a fine Aprile 2014 a seguito di alcune denunce subito reputate dai Carabinieri precise ed importanti. Forze dell’ordine e magistratura collaborano e il riscontro è velocissimo. Le misure cautelari sono ordinate dal GIP Del Sorbo, su richiesta della Procura della Repubblica, a margine delle indagini coordinate dal procuratore Russo e dal pubblico ministero Grillo.
La chiusura delle indagini
Quando la Procura della Repubblica ha chiuso le indagini il Pubblico Ministero Anna Grillo ha iscritto nella lista degli indagati altre 3 persone. Due maestre e l’ex dirigente scolastico che non ha preso provvedimenti. Nel corso degli accertamenti gli inquirenti hanno raccolto nuove testimonianze ed altri elementi che avrebbero fatto venire fuori i maltrattamenti subiti dai bambini anche da parte delle altre due maestre tra il silenzio del preside. L’avviso di garanzia è stato quindi emesso nei confronti di Rina Lovisi, Rosa Fiscina, Ines Stella, Anna Torre e Biagio Bruno.
Le dichiarazioni del capitano Tamorri
Rina Lovisi e Rosa Fiscina sono accusate di aver maltrattato bambini di età compresa tra 6 e 10 anni comportandosi “in modo violento e poco consono all’ambiente scolastico”. Il capitano Tamorri decide di incontrare le famiglie, alle quali offre aiuto e sostegno in questa prima fase così delicata, al fine di rendere noti alcuni dettagli importanti riguardanti le indagini e quello che accadrà. “Ci siamo resi conto subito della gravità delle accuse“- dichiara al nostro presidente il Comandante Tamorri – “e abbiamo fatto di tutto per arrivare a una conclusione rapida ed efficace trovando anche un’indispensabile quanto efficacissima sinergia con la procura“. Pare che anche il Dirigente scolastico abbia collaborato con i genitori e le Forze dell’Ordine.
L’ascolto dei bambini
Durante il processo vengono ascoltati anche i bambini. Sono nove in totale i bambini chiamati a deporre. Dalle loro parole, la posizione più grave ad emergere è quella di Rina Lovisi. Un bambino racconta di essere stato da lei “afferrato per il collo e sollevato dal pavimento“. L’ascolto avviene nel Tribunale di Lagonegro, a porte chiuse, alla presenza di uno psicologo. I giudici sono senza toga e le imputate assistono senza essere viste dai piccoli testimoni.
La vicenda in breve
- Fine Aprile 2014. Partono le indagini per maltrattamenti nella scuola elementare di Caselle in Pittari con telecamere nascoste installate dai Carabinieri di Sapri.
- Maggio 2014. Su quattro maestre indagate finisce ai domiciliari Rina Lovisi mentre Rosa Fiscina viene sospesa dal servizio per due mesi.
- Giugno 2014. Il Tribunale del Riesame di Potenza ha accolto la richiesta di attenuazione delle misure cautelari . Viene annullata la misura interdittiva del divieto di esercizio dalla professione per Fiscina e revocati i domiciliari a Lovisi con la permanenza, però, del divieto di avvicinamento agli alunni della scuola.
- Ottobre 2015. Il PM Anna Grillo ha chiesto il rinvio a giudizio per tutte e 4 le maestre.
- 18 Novembre 2015. Udienza Preliminare.
- 12 Maggio 2016. Nuova udienza nel corso della quale è stata accolta la costituzione di parte civile di 9 genitori dei piccoli alunni maltrattati.
- 16 Marzo 2018. Udienza nella quale è stato sentito il maresciallo Russo che ha raccontato i contenuti delle registrazioni fatte dalle telecamere nascoste all’interno delle classi. Secondo la sua testimonianza i bambini vivevano in uno stato di terrore.
- 8 Giugno 2018. Doppia udienza in cui sono stati sentiti altri bambini dell’asilo.
- 13 Settembre 2019. Udienza straordinaria in cui, secondo i legali delle maestre finite a processo, da alcuni dei filmati mostrati in aula non emergono immagini che rivelerebbero la presenza di maltrattamenti subiti nei confronti dei bambini.
Ad oggi non si sa ancora come è andata a finire tutta la vicenda giudiziaria.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.