Pasian di Prato (UD), Dicembre 2017
Direttrice e tre insegnanti sono finite sotto il mirino degli inquirenti e accusate di maltrattamenti fisici e psicologici alla scuola dell’infanzia di Pasian di Prato in provincia di Udine. La direttrice e una maestra sono state sospese dal servizio per 8 mesi. Le intercettazioni audio e video (protratte per 45 giorni) avrebbero confermato percosse, strattoni, trascinamenti e vessazioni ai danni dei bambini di età compresa tra i 3 ed i 6 anni.
Caso di maltrattamenti alla scuola dell’infanzia di Pasian di Prato
L’indagine è partita nell’anno scolastico 2016/2017 a seguito di alcune segnalazioni dei genitori che, preoccupati dallo stato di agitazione dei figli, li hanno spostati in un’altra scuola. La Squadra Mobile conduce complicate e serratissime indagini coordinate dal Procuratore Annunziata Puglia della Procura di Udine e dirette dal Vice Questore aggiunto Massimiliano Ortolan. Nel Dicembre 2017 la direttrice e una maestra vengono raggiunte dalla notifica della misura cautelare di sospensione dall’esercizio per 8 mesi. L’ordinanza, richiesta dal Pubblico Ministero, è emessa dal Dott. Matteo Carlisi, GIP del Tribunale di Udine. Il reato ipotizzato è quello di maltrattamento (reato 572 c.p.) nei confronti di bambini molto piccoli.
Per la direttrice e una maestra le contestazioni partono dal 2014. Per una collega più giovane dal 2016.
Gli episodi gravi
Secondo la ricostruzione degli inquirenti i bambini della scuola dell’infanzia sotto accusa sarebbero addirittura stati rinchiusi per lunghi periodi in uno sgabuzzino.
Non mancavano però le offese e le vessazioni, oltre alle umiliazioni, per esempio in occasione di disegni definiti spesso “schifezze” o “porcherie“. Infatti i disegni, se non erano consegnati in tempo o abbastanza belli, venivano stracciati e buttati via sotto gli occhi di tutta la classe. Tutto questo faceva parte di una quotidianità che certo non permetteva ai bambini una crescita psicologicamente stimolante.
“Incapaci” pare fosse l’appellativo che nella classe suonava più di frequente. Il tutto non senza minare ovviamente l’autostima o la serenità dei piccoli allievi.
Non solo Burnout nelle motivazioni dei maltrattamenti
A differenza di moltissimi casi in cui, apparentemente, i gesti violenti degli operatori sono dovuti a un livello di stress troppo elevata questo caso sembra essere diverso.
Gli inquirenti che hanno visionato le decine di ore di intercettazioni ambientali riferiscono che le violenze non sembrano dettate dal caos o dalla vivacità dei bambini. Raccontano di gesti gratuiti ed immotivati. I fotogrammi mostrano bambini spostati con troppa forza da un posto all’altro o messi a tacere mentre parlano in maniera composta e in linea con la loro età.
E poi una frase, carpita da una delle videocamere installate in fase di indagine, a commentare un fatto di cronaca passato dai telegiornali: «Se hanno quella di cercare qualcosa siamo tutte radiate».
L’intervento degli inquirenti
Gli inquirenti intervengono soprattutto a seguito di alcuni episodi che sarebbero potuti terminare con gravi danni per i bambini. In due degli episodi segnalati una delle maestre avrebbe fatto sbattere le gambe di un bambino contro uno dei banchi nell’atto di volerlo spostare da una parte all’altra dell’aula. E poi minacce che terrorizzavano gli alunni sottoposti a “rimproveri in pubblico” davanti ai compagni.
Secondo le ricostruzioni le insegnanti erano solite “prelevare” il bambino “reo” di qualche disubbidienza e portarlo nelle altre classi. Questo pare fosse per loro un buon modo per fargli ammettere in pubblico le sue presunte colpe.
Le parole del sindaco di Pasian di Prato
Come riportato dal Messaggero del Veneto, anche il primo cittadino di Pasian di Prato, Andrea Pozzo, è rimasto incredulo e sorpreso dall’accaduto.
«Posso testimoniare che quella scuola è un fiore all’occhiello per la nostra comunità e queste notizie sono dolorose e incomprensibili. Mi auguro si tratti di comportamenti imputabili a episodi e singole persone che non intacchino la reputazione della scuola, una realtà sana che non deve pagare per gli sbagli di qualcuno e che la magistratura faccia il proprio corso con tutti gli accertamenti del caso perché il bene dei bambini è la prima cosa da tutelare».
Revocata la misura cautelare a una maestra
Ad un mese circa dall’intervento degli inquirenti viene revocata la misura cautelare della sospensione dall’insegnamento per otto mesi che era stata emessa dal Tribunale di Udine nei confronti di una delle maestre.
«E’ stata ritenuta insussistente – spiega l’avvocato Denaura Bordandini, codifensore di una delle indagate insieme alla collega Debora Della Dora Gullion – l’esigenza cautelare inizialmente ravvisata dall’Autorità giudiziaria. Si tratta di un passo importante verso il chiarimento dell’estraneità della nostra assistita rispetto alle accuse».
Il legale sottolinea anche come «alla maestra non siano state contestate condotte di violenze ai danni dei minori. Il mancato riscontro della prolungata assenza da scuola dovuta al pensionamento, proprio durante il periodo delle indagini che ha preceduto l’esecuzione del provvedimento interdittivo è l’evidenza di un’indagine dai tratti approssimativi».
Il patteggiamento
Nel Marzo 2019 in sede di indagini preliminari, cioè prima ancora di approdare in udienza davanti al Gup, due maestre e la direttrice scelgono di patteggiare. Le pene sono state applicate dal Gip Daniele Faleschini Barnaba. Nello specifico, un anno e dieci mesi di reclusione per la coordinatrice, un anno per una maestra e un anno e due mesi per l’altra. La quarta maestra risulta ancora indagata.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti infrastrutturali presunti o documentati.