Magliana (Roma), 11 Gennaio 2019
A pochi giorni dai casi di Ariccia e Cassino una maestra è stata sospesa per maltrattamenti nella scuola d’infanzia comunale Pescaglia sita nel quartiere Magliana a Roma.
Caso di maltrattamenti nella scuola d’infanzia comunale Pescaglia alla Magliana
Le indagini sono partite ad Ottobre 2018 con la segnalazione dei genitori di cinque bambini che hanno notato comportamenti anomali nei loro piccoli. I bambini hanno tutti fra i 3 ed i 5 anni. Alcuni si rifiutano di andare a scuola, altri fanno incubi la notte ripetendo “sto zitta, sto zitta“. Altri ancora mettono in punizione i pupazzi mentre una bambina si avvicina alla culla della sorellina e urla: “Zitta“. I Carabinieri della compagnia Eur danno il via ad intercettazioni audio e video. Emergono così le conferme ai sospetti di maltrattamenti nella scuola d’infanzia Pescaglia.
Punizioni umilianti
Schiaffi, sculacciate, urla e punizioni umilianti. Sono molti gli episodi di violenza ad essere ripresi dalle telecamere nascoste nell’aula. Come la maestra che urla contro i piccoli con il dito puntato per un totale di “84 condotte inappropriate“. In una delle più gravi la maestra dice a un bambino: “Non mi rompere il c…“. Dai video emerge anche la sedia camomilla. Una sedia con un fiore sopra dove i bambini venivano messi in punizione.
Maestra sospesa per maltrattamenti altamente mortificanti
Le indagini, coordinate dalla dottoressa Maria Monteleone, portano alla sospensione di una maestra di 54 anni che lavora nella sezione del tempo pieno dell’asilo. Secondo l’accusa maltrattava “abitualmente i minori con vessazioni psicologiche e fisiche altamente mortificanti“. I maltrattamenti vengono contestati nel Gennaio 2019, dinanzi alla struttura scolastica, con una misura cautelare a firma del Gip di Roma, Elisabetta Pierazzi.
Reato derubricato
Nell’interrogatorio di garanzia la donna nega ogni contestazione e chiede scusa solo per la frase “Non mi rompere il ca…” che, dice, era generica e non rivolta al bambino. Due mesi dopo la misura cautelare è revocata dallo stesso giudice: “I comportamenti, quali le sgridate i rimproveri e gli interventi fisici, che per quanto riferito dai genitori possono aver creato nei bambini condizioni di ansia o di preoccupazione, appaiono strumenti educativi e disciplinari in se’ non astrattamente illeciti, ma che lo divengono nel momento in cui si manifestano come modalità prevalente“. Il reato diviene perciò abuso dei mezzi di correzione.
La maestra col dito puntato
La maestra, ad interrogatorio chiuso, punta il dito anche contro il giudice ed il gesto è messo a verbale. Ma così viene scritto nella revoca della sospensione: “L’indagata utilizza abitualmente la mano con il dito indice puntato nel proprio eloquio non con intenzione maltrattante o intimidatoria, intento che quantomeno sembra da escludersi nei confronti del Giudice“.
Ad oggi non si sa ancora come si stia sviluppando la vicenda.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.