Vallo della Lucania (SA), 7 Giugno 2006
Caso di pedofilia sui bambini dell’asilo di Vallo della Lucania e 5 persone indagate nel Salentino. Una novizia 23enne in Italia da quando di anni ne aveva 18 che voleva tornare nel suo amato Perù ed un’accusa orribile per pedofilia che la conduce dietro le sbarre insieme a due consorelle e ad altre due persone. Comincia (o finisce) così la storia di Suor Carmela Soledad Bazan Verde, maestra nell’Asilo Paolo VI gestito dalle Suore dell’Ordine di Santa Teresa del Bambino Gesù della provincia salernitana. La donna si era trasferita a Roma nell’intento di tornare in Perù ma prima della “fuga” era stata arrestata su disposizione del Procuratore del Tribunale di Vallo della Lucania Alfredo Greco.
Caso di pedofilia sui bambini dell’asilo di Vallo della Lucania
L’indagine è iniziata nei primi mesi del 2006 dopo che la mamma di una bambina di 4 anni, insieme a molti altri genitori impensieriti dagli strani racconti dei figli circa alcuni “giochi brutti“, hanno presentato una denuncia per pedofilia sui bambini dell’asilo di Vallo della Lucania alla Procura della Repubblica raccontando i presunti abusi sessuali che sarebbero accaduti durante le ore scolastiche.
La Procura, al fine di accertare le pesantissime accuse, ha predisposto un sistema di telecamere nascoste. Le immagini hanno permesso di produrre 7 avvisi di garanzia. Notificati ad un muratore, ad un fotografo di Vallo della Lucania coi figli e ad altri soggetti finiti poi nel mirino della procura con nuovi accertamenti. Le presunte vittime sarebbero state almeno 27.
I racconti dei bambini
Nel Giugno 2006 Stefano Caruso, psicologo ed esperto in psicodiagnostica, nonché docente all’università di Napoli e Annamaria Nazzaro, medico chirurgo e neuropsichiatra infantile, inizia a lavorare sui verbali relativi alle audizioni delle presunte vittime. Tutte di età compresa tra i 3 ed i 5 anni. I bambini vengono ascoltati alla presenza di almeno uno dei genitori e come ogni incidente probatorio, partendo dai disegni poi si parla serenamente, fin tanto che sono gli stessi bambini che cominciano a raccontare.
Purtroppo quello che emerge nei racconti dei piccoli è una realtà sconcertante. I ventisette bambini hanno tutti testimoniato le violenze nel corso dei colloqui con i consulenti della Procura della Repubblica. Hanno raccontato dei vari “giochi” fatti a scuola o di come “suor Soledad ci faceva giocare al lupo cattivo”.
Fra le drammatiche testimonianze dei piccolini alcune mettono davvero a dura prova lo stomaco di qualunque persona dotata di un cuore.
“Suor Soledad è cattiva e dà botte ai bambini. Li picchia sul… – dice una delle bambine ai consulenti – Ci accompagna in bagno e mi tocca…con il dito (facendo segno con la mano destra passandosi la mano sulle parti intime). Poi ci fa giocare al lupo mangia frutta che ci mangia.”
E ancora. “Vado all’asilo da suor Agnese. Poi c’è anche suor Soledad – racconta un altro bambino – che mi accompagna in bagno per fare la pipì. Lei quando andiamo al bagno mi fa male… Infila il dito – dice il bambino utilizzando una bambola fa vedere che infila il dito indice e passa la mano sui genitali – Lei mi faceva fare un gioco molto brutto che chiamata il gioco del mostro-femmina che consisteva nel nascondersi e quando lo trovavo mi faceva scappare nel salone delle feste o nel bagno da solo. Nel salone delle feste o nel bagno, quando eravamo da soli, mi toccava… Suor Agnese, invece, è brava e non mi fa mai male.”
I consulenti, terminate le perizie affermano: «In definitiva, quasi tutti i soggetti ascoltati hanno riferito di maltrattamenti ed abusi perpetrati dall’indagata e a lei l’hanno attribuiti. Tutte le dichiarazioni sono risultate attendibili e coerenti, per cronologia e modalità»
Il rinvio a giudizio
Nel Febbraio 2009 la Dottoressa Larici, giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Vallo della Lucania, ha accolto la richiesta del PM Greco disponendo il rinvio a giudizio della Suora.
La Suora viene sostenuta nella sua posizione dal criminologo Francesco Bruno noto al grande pubblico per il caso Cogne. Il dottore, incaricato dalla Suora per la sua difesa, afferma infatti che i bambini tra 3 e 5 anni sono suggestionabili. I consulenti della Procura si affrettano però a ribattere che per quanto possa essere vera questa sua affermazione, la stessa non può reggere quando i bambini sono ben VENTISETTE e quando “sentiti isolatamente hanno denunciato violenze”.
I consulenti della Procura continuano poi affermando che non è possibile «alcuna istruzione dei bambini da parte dei genitori, anche perchè non si rilevano discordanze ed incongruenze nelle risposte di ciascuno e nel confronto con quelle degli altri»
La condanna di primo grado
Nel Gennaio 2012 la Suora, dopo oltre 200 testimonianze ed un processo davvero estenuante, davanti al Presidente del tribunale di Vallo della Lucania Elisabetta Garzo, viene condannata in primo grado ad 8 anni di reclusione per il reato di molestie sessuali.
Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola, le altre due suore che avrebbero favorito la novizia con posizioni di comodo, vengono condannate ad un anno e quattro mesi. Mentre viene decisa l’assoluzione per il giovane fotografo Antonio Rinaldi ed il muratore inizialmente indagati.
«È finito un incubo» le dichiarazioni di Pantaleo Rinaldi, papà del giovane fotografo Antonio. Pianti di liberazione anche per i familiari del muratore Aniello La Bruna e soddisfazione da parte del suo legale Franco Maldonato.
“Siamo usciti a rivedere le stelle – aggiunge Gaetano di Vietri avvocato del fotografo Antonio Rinaldi – è stata la conclusione logica di un di una vicenda che aveva il destino segnato, nascendo il dibattimento da una ordinanza di imputazione coatta su una richiesta di archiviazione già formulata nel 2008 dal Procuratore. Dibattimento che nel suo percorso quasi biennale non ha aggiunto alcunché ai dati e agli elementi che già errano stati acquisiti”.
«Aspetteremo che siano rese note le motivazioni della sentenza – sottolinea l’avvocato Vincenzo Cannavacciuolo che insieme a Guglielmo Gulotta ha difeso le suore –impugneremo la sentenza»
I genitori dei bambini
I genitori delle piccole vittime, dopo una lunghissima giornata d’attesa e con un respiro di sollievo, non riescono a dire altro che «I nostri bambini avevano ragione».
Solo undici famiglie delle oltre venti costituitesi parte civile nel processo per pedofilia sui bambini dell’asilo di Vallo della Lucania hanno ottenuto il risarcimento danni con una provvigione ad effetto immediato di diecimila euro. Fra gli avvocati delle famiglie ci sono gli avvocati Nicola Suadoni e Riccardo Ruocco complessivamente soddisfatti dell’operato della magistratura.
La Corte di Appello
Il 12 Marzo 2016 la Corte di Appello di Salerno presieduta da Claudio Tringali ribalta la sentenza di primo grado. Assolve completamente tutti gli imputati e dichiara che “il fatto non sussiste”.
Anche il procuratore generale Maddalena Russo, chiamata a sostenere in udienza le ragioni dell’accusa, aveva di fatto richiesto l’assoluzione per insussistenza dei fatti. Aveva spiegato che neanche su suor Soledad era stata raggiunta «la prova certa». Il procuratore generale si è inoltre dilungato criticando aspramente la conduzione delle indagini oltre che la sentenza del Tribunale di Primo Grado. Quello che però pare affermare nella sua arringa non è tanto l’inesistenza dei fatti, quanto il fatto che concentrandosi sull’unica accusa di pedofilia si possa aver perso l’opportunità di dimostrare invece maltrattamenti, lesioni o abusi che invece i lividi sulle gambe dei piccoli e gli arrossamenti nei genitali forse avrebbero potuto dimostrare. Ci si chiede allora perché un’assoluzione sulla base de “il fatto non sussiste”.
«La Procura ha seguito una pista investigativa a senso unico» dichiara infatti la Russo. E continua spiegando che essendo nella fase di appello, le imputazioni alternative eventualmente rilevate dagli inquirenti non sono più contestabili.
«Frettolosa, di una superficialità estrema». Così il Procuratore Generale ha definito la sentenza di primo grado per pedofilia. Criticando poi, fra le altre cose, l’incidente probatorio tenuto invece che in un ambiente protetto o in una Play Room, nella zona fieristica cittadina.
Ma non solo. La Corte ha anche condannato le famiglie delle “ormai non più vittime di pedofilia” che avevano impugnato l’assoluzione di Rinaldi e La Bruna al pagamento delle spese processuali.
«Il mio cliente era stato dipinto come un mostro – commenta a margine della sentenza l’avvocato Franco Maldonato – questa sentenza gli rende giustizia». Nessun reato di pedofilia sui bambini dell’asilo di Vallo della Lucania, sembra quindi gridare questa decisione.
I genitori, che si erano costituiti parte civile, attendono i canonici 90 giorni per le motivazioni della sentenza e per poter proporre il ricorso in Cassazione.
Nel frattempo l’indagata cardine di tutta la vicenda Carmen Soledad Bazan Verde ha dismesso i panni di Suora ed ha lasciato l’Italia tornando dalla sua famiglia in Perù. Ha fatto perdere completamente le tracce.
Altri casi di pedofilia sui bambini dell’asilo e nelle scuole
Purtroppo questo caso di pedofilia sui bambini dell’asilo a Vallo della Lucania non è l’unico che abbiamo incontrato in questi ultimi anni. Ricordiamo infatti quello di Colle Oppio.
La vicenda in breve
- 2001: Suor Soledad arriva in Italia dal Perù.
- 7 Giugno 2006: Incidente probatorio sui bimbi presunti vittime.
- 19 Giugno 2006: Soledad Bazan Verde viene arrestata a Roma.
- 19 Febbraio 2009: Il GUP Larici accoglie la richiesta del PM e rinvia a giudizio la donna.
- 20 febbraio 2009: Il RIS esegue alcuni sopralluoghi Top Secret ordinati dal procuratore Greco.
- 15 Ottobre 2009: Inizia il Processo.
- 13 Gennaio 2012: Suor Soledad viene condannata ad 8 anni.
- 12 Marzo 2016: La Corte d’Appello di Salerno ribalta la sentenza proclamando che “il fatto non sussiste”.
La Via dei Colori Onlus è a completa disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte in questo caso terribile. Chiunque avesse bisogno di consulenza tecnica gratuita o di un sostegno legale e psicologico specializzato, in casi dubbi o accertati di maltrattamento, può contattarci attraverso il nostro Numero Verde 800-98.48.71 oppure scrivendo alla mail associazionelaviadeicolori@gmail.com.