Montevarchi (AR), 28 Dicembre 2014
Un bidello aretino di 51 anni, impiegato nella Scuola Materna di Rendola, frazione di Montevarchi nel Valdarno, è stato accusato di pedofilia. Secondo la ricostruzione delle indagini le vittime sarebbero 11 bambini. L’uomo è stato condotto ai domiciliari come misura preventiva.
Tutta la vicenda sul caso del bidello accusato di pedofilia nella scuola materna di Montevarchi
Tutto ha inizio nel 2012 quando una bambina di 4 anni con un repentino cambio nel carattere e nelle abitudini quotidiane comincia a far insospettire i genitori tanto che decidono di portarla a passare una visita all’Ospedale Mayer di Firenze. Dal racconto dei genitori la bambina, oltre a scatti di umore, aveva frequenti crisi isteriche oltre che un linguaggio scurrile che sicuramente non aveva appreso dai familiari. La psicologa ipotizza una potenziale violenza di natura sessuale e come da regolamento scatta la segnalazione.
L’indagine, inizialmente aperta con la sola bambina come parte offesa, si allarga ben presto ad altre 22 famiglie i cui bambini paiono avere segnali allarmanti. I bambini direttamente coinvolti risultano così 11.
Il bidello agiva nei bagni della scuola
Secondo la ricostruzione dei fatti, gli atti, i racconti ed i disegni dei bambini, il bidello accusato di pedofilia finito nell’occhio del ciclone trascinava nel bagno i bambini per poi abusarli sessualmente.
Il bidello però, prima ai domiciliari e poi con obbligo di dimora, difeso dall’Avv. Raffaello Falagiani, ha sempre respinto ogni accusa sostenendo che i bambini si sarebbero “condizionati a vicenda“.
“Non c’è nessun altra prova obiettiva della colpevolezza del mio cliente, – afferma Raffaello Falagiani, difensore del bidello aretino – le telecamere e i microfoni piazzati nell’asilo non hanno fornito alcun elemento utile e anche nella perquisizione del computer del bidello non e’ emerso niente di compromettente”.
Anche le maestre della scuola paiono non credere fino in fondo che tutto questo possa essere successo sotto i loro occhi e senza che se ne rendessero conto.
Tanti dubbi ma anche molta cautela
Le indagini richieste dal magistrato hanno previsto anche l’utilizzo di intercettazioni ambientali avvenute grazie a telecamere nascoste nei locali della scuola. Tali registrazioni pare non abbiano confermato alcunché. Così come il computer dell’uomo sequestrato dagli inquirenti e sul quale non sarebbero stati rinvenuti contenuti pedopornografici.
I racconti dei bambini ed i loro disegni enormemente dettagliati però non lascerebbero certo pensare ad una “suggestione collettiva” bensì ad un’amara quanto terribile realtà inimmaginabile ed inaccettabile. Per questo il PM Ersilia Spena ha chiesto il rinvio a giudizio sul quale dovrà decidere il GIP.
“Per un genitore è difficile accettare una situazione simile per il proprio figlio – racconta una delle mamme ai giornalisti – Io mi chiedevo se fosse vero. Non potevo accettare una cosa tanto orrenda. Il tabù delle molestie sessuali è talmente forte che non può essere accettato a livello razionale sereno. E spesso per questo non si crede ai bambini”.
I precedenti
Questa vicenda ci riporta alla mente molti altri casi tristemente noti dove un bidello viene accusato di pedofilia e pedopornografia. Ricordiamo ad esempio i casi di Colle Oppio e Vimercate. Questo ci deve far riflettere sull’importanza che avrebbero maggiori controlli a monte delle assunzioni anche del personale ausiliario nelle scuole e nelle strutture di degenza. E’ incredibile infatti scoprire come addirittura in alcuni casi, persone con precedenti penali proprio di questa natura, vengano magari assegnati come pena a lavori “socialmente utili” proprio in strutture frequentate da minori.
La vicenda in breve
- 2012: Una bambina cambia atteggiamento e viene portata dai genitori all’Ospedale Mayer di Firenze. I medici ipotizzano la violenza sessuale.
- 28 Dicembre 2014: Il bidello viene arrestato e condotto ai domiciliari come misura cautelare. Il PM chiede il rinvio a giudizio.
- 3 Febbraio 2015: Udienza Preliminare davanti al GUP Piergiorgio Ponticelli e il Pubblico Ministero Alessandra Falcone. Il bidello viene rinviato a giudizio per 4 dei 12 casi. Per gli altri il giudice chiede il non luogo a procedere.
- 28 Aprile 2015: 24 le parti offese e 12 i bambini potenzialmente coinvolti attivamente nei fatti. L’Avv. Ingrid Bonaviri, difensore di alcune famiglie ed i genitori delle piccole vittime testimoniano alla sbarra riportando i racconti e i disegni dei bambini. Nonostante le 4 istanze di scarcerazione presentate dal difensore del bidello l’uomo rimane ai domiciliari.
- 23 Marzo 2016: L’uomo esce indenne dalla prova video. Il processo continua.
- 30 Novembre 2016: Il bidello accusato di pedofilia è stato assolto con formula piena dal Tribunale di Arezzo perché “il fatto non sussiste”. Rigettata la richiesta del PM che aveva chiesto 13 anni di carcere.
- 22 Giugno 2021: La Corte di Appello di Firenze conferma l’assoluzione dell’uomo.