Cos’è il Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS)
Il Disturbo post traumatico da stress (DPTS) è un disturbo d’ansia che si sviluppa in relazione ad un preciso evento traumatico subito, come una grave lesione in seguito ad un incidente, una minaccia di morte, una violenza. L’esposizione al trauma è diretta e l’individuo è coinvolto in prima persona. Esperienze come la guerra, i disastri naturali, gli incidenti d’auto, l’abuso sessuale, la violenza domestica, il maltrattamento, ne sono un tipico esempio.
Quando si manifesta il Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS)
Il DPTS viene diagnosticato quando i sintomi causano un disagio clinicamente significativo e quando vi è una compromissione delle funzioni sociali e lavorative per un periodo di almeno un mese. E’ altresì ovvio che i sintomi lamentati dal paziente non debbano essere riconducibili ad una condizione medica particolare o all’assunzione di farmaci, droghe o alcol.
I sintomi del DPTS:
I principali sintomi di DPTS (anche detto PTSD) possono includere incubi, flashback, disturbi del sonno, disturbi dell’umore, ideazione suicidaria, evitamento, anedonia (l’incapacità di provare appagamento o interesse per attività comunemente ritenute piacevoli), problemi di deficit di attenzione e iper-eccitazione in risposta agli stimoli legati al trauma. In particolare l’iper-eccitazione può includere a sua volta, un aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, iperventilazione, sbalzi d’umore, stanchezza, insonnia. Ha un alto livello di comorbidità con la depressione, l’ansia e la tossicodipendenza.
Cause e Fattori di rischio
Le cause del disturbo, sono, come detto in precedenza, strettamente legate al trauma subito. Più il trauma avviene in giovane età e per un periodo ripetuto nel tempo e più il disturbo sarà grave e difficile da curare.
Criteri diagnostici
Rispetto alle precedenti versioni, il DSM-5 ha operato una serie di importanti modifiche ai criteri del disturbo post-traumatico da stress, il più significativo dei quali è una definizione più specifica del tipo e della natura dell’esposizione a una minaccia.
Il DSM-5, descrive i seguenti criteri (APA, 2013):
- Rivivere l’evento – memorie ricorrenti della manifestazione traumatica, incubi, reazioni dissociative, prolungato disagio psicologico;
- Alterazioni della condotta – comportamento imprudente o auto-distruttivo, disturbi del sonno, ipervigilanza;
- Evitamento – dei ricordi e pensieri dolorosi;
- Tono alterato dell’umore – credenze negative persistenti, sentimenti di alienazione e di minore interesse nella vita.
Qual’è la durata dei sintomi del Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS)
La durata di questi sintomi (che devono causare un disagio clinicamente significativo e la compromissione di aree importanti come quella sociale e/o lavorativa) deve essere di un mese o più. Inoltre, il disturbo non può essere attribuito all’uso di sostanze stupefacenti o a condizioni mediche precedenti.
Il DSM-5 ha in più stabilito due sottotipi di DPTS (detto anche PTSD):
- DPTS “prescolare”, utilizzato nella diagnosi di bambini di età inferiore a 6 anni di età. Più difficile da diagnosticare.
- DPTS “dissociativo”, utilizzato quando il soggetto ha sintomi dissociativi prominenti. Tali sintomi comprendono la depersonalizzazione, in cui l’individuo si percepisce come un osservatore esterno e la derealizzazione, in cui il mondo sembra irreale, lontano o distorto. Tutti gli altri criteri di PTSD sopra menzionati devono essere rispettati.
Effetti evidenti del DPTS:
Il disturbo post-traumatico da stress provoca alterazioni nella vita quotidiana attraverso il persistente rivivere l’evento negativo. L’effetto di DPTS sulla vita quotidiana e la sua prognosi sono correlati alla gravità dell’esposizione al trauma. L’abuso di sostanze è la condizione più diffusa tra gli individui adulti che hanno una diagnosi di DPTS (Wiechelt, Miller, Smyth, e Maguin, 2011). Negli individui con DPTS il tasso di violenza e suicidio è molto alto.
Cure e trattamenti per il Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS):
In termini generali, possiamo affermare che la miglior terapia è quella psicoterapica, applicabile sia nei soggetti di giovane età che in quelli adulti. Essendo il disturbo spesso in compresenza con depressione, ansia e disturbi dell’umore, la cura, a volte richiede un approccio terapeutico più complesso. L’evento traumatico può essere la causa di condizioni di comorbidità con sintomi come l’incapacità di parlare o le allucinazioni uditive. Miglioramenti nella DPTS sono stati dimostrati attraverso l’uso combinato della Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) e la Terapia di Scrittura Strutturata (van Dam, Ehring, Vedel, e Emmelkamp, 2013). Altre terapie combinate con CBT comprendono la regolazione delle emozioni (Bryant et al., 2013) e la musicoterapia. In definitiva, la terapia, qualunque essa sia, produce miglioramenti, sia nei sintomi di DPTS, che in quelli di ansia e depressione (Gilles, Taylor, grigio, O’Brien, e D’Abrew, 2012).
Fonti e Riferimenti bibliografici:
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.
- Bryant, R. A., Mastrodomenico, J., Hopwood, S., Kenny, L., Cahill, C., Kandris, E., & Taylor, K. (2013). Augmenting cognitive behaviour therapy for post-traumatic stress disorder with emotion tolerance training: a randomized controlled trial. FOCUS: The Journal of Lifelong Learning in Psychiatry, 11(3), 379-386.
- Gillies, D., Taylor, F., Gray, C., O’Brien, L., & D’Abrew, N. (2012). Psychological therapies for the treatment of post-traumatic stress disorder in children and adolescents. Cochrane Database Syst Rev, 12.
- Van Dam, D., Ehring, T., Vedel, E., & Emmelkamp, P. M. (2013). Trauma-focused treatment for posttraumatic stress disorder combined with CBT for severe substance use disorder: a randomized controlled trial. BMC psychiatry, 13(1), 172.
- Wiechelt, S. A., Miller, B. A., Smyth, N. J., & Maguin, E. (2011). Associations between post-traumatic stress disorder symptoms and alcohol and other drug problems: Implications for social work practice. Practice, 23(4), 183-199.