Oppido Mamertina (RC), 8 Marzo 2017
Minacce, schiaffi in faccia e spintoni sarebbero stati soltanto alcuni dei maltrattamenti alla scuola elementare di Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria, che avvenivano quotidianamente nei confronti degli alunni della classe quinta. Due insegnanti sono state raggiunte dalla misura cautelare di sospensione dal servizio per sei mesi.
Caso di maltrattamenti alla scuola elementare di Oppido Mamertina
Le indagini sono partite nel Novembre 2016 grazie alle denunce di alcuni genitori ed hanno richiesto anche l’uso delle telecamere nascoste. Le registrazioni avrebbero confermato minacce, offese, percosse, schiaffi in faccia e vessazioni quotidiane su bambini di 10-11 anni.
Le due donne, impiegate in provincia di Reggio Calabria (M.C. e B.S.), hanno ricevuto la notifica della misura cautelare l’8 Marzo 2017. Le maestre della primaria sono state quindi sospese per sei mesi al fine di evitare che potessero reiterare il reato, fuggire o inquinare le prove durante le indagini.
Le intercettazioni ambientali
Sempre più spesso ci troviamo ad ammettere che le intercettazioni ambientali sono un ausilio fondamentale durante le indagini. Introdotte durante gli accertamenti per i maltrattamenti del caso Cip Ciop di Pistoia, ormai sono quasi una costante in questo tipo di indagini. Infatti anche in questo caso gli inquirenti ne hanno fatto ricorso installando alcune telecamere nella scuola elementare.
Dall’analisi delle registrazioni purtroppo si è solo potuto confermare i dubbi iniziali. Ovvero frequenti maltrattamenti delle insegnanti ai danni dei bambini.
Dalle riprese emergerebbe anche come le maestre urlassero per attirare l’attenzione degli alunni prima di colpirli con violenti schiaffi in faccia.
In una delle scene immortalate i bambini sarebbero stati costretti ad uscire dall’aula per poi rientrare in fila indiana minacciati da ulteriori maltrattamenti.
Oltre agli schiaffi sulla faccia anche violenza verbale
Il dialetto strettissimo nel quale le due maestre pronunciavano le frasi non le rendevano certo più dolci o accettabili. I bambini infatti venivano apostrofati con “gentili nomignoli” come “somari” o “bestie“. Il tutto condito da minacce come “Non capite niente, vi taglio le mani“.
Ma purtroppo le minacce non finivano qui. “Vi ammazzo” gridava spesso una delle due maestre, pensando, forse, di non far danno alcuno ai bambini. La verità però è un’altra. Sappiamo perfettamente quanto anche le violenze verbali possano far insorgere, nel perdurare, sintomi come ad esempio enuresi o mutismo selettivo.
Le misure cautelari
Attendendo il termine delle indagini e per evitare che potessero inquinare le prove, fuggire o reiterare il reato, le due 49enni sono state sospese per sei mesi.
La misura cautelare è stata notificata per ordine del Giudice del Tribunale di Palmi, Carlo Alberto Indelicati.
Le dichiarazioni del Garante dell’Infanzia
L’8 Marzo 2017 il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, intervistato a valle di questo ennesimo episodio, ha dichiarato che nessuno “può permettersi il lusso di scaricare le proprie frustrazioni maltrattando i bambini. Chi lo fa deve cambiare mestiere, anzi bisogna farglielo cambiare“.
E aggiunge: “Finalmente la mia decennale proposta di sottoporre i docenti a visite psicologiche periodiche ha trovato la giusta attenzione nei giorni scorsi al Ministero dell’Istruzione“.
Le linee guida proposte dal Garante
“Entro domani mattina – prosegue il Garante – provvederò ad inviare le linee guida dettagliate, perché è tempo di porre fine ad un fenomeno raggelante e consolidato, conosciuto in minima parte perché, purtroppo, la maggioranza delle volte non denunciato. Ma, quanto appreso dalle cronache basta e avanza per farci parlare di emergenza“.
Antonio Marziale termina poi il suo accorato intervento aggiungendo: “Domani renderò note le linee che ho inviato al ministro Fedeli e comunico che l’idea delle telecamere sta trovando opposizione in quasi tutte le sedi istituzionali da me esplorate. Ma sulle visite periodiche psicologiche non cedo“.
Ad oggi non è ancora dato sapere come sia andata a finire la vicenda.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti infrastrutturali presunti o documentati.