Come riconoscere i campanelli di allarme in caso di maltrattamenti infrastrutturali
Da sempre pensiamo che la parola chiave che dovrebbe far drizzare le antenne sia “cambiamento negativo“: un bimbo usualmente pacato e sereno che improvvisamente diventa irascibile e violento, un bimbo dal sonno tranquillo che improvvisamente comincia ad avere incubi frequenti e pianti inconsolabili nella notte, improvvisi giochi violenti, inappetenza o sbalzi umorali che non aveva avuto mai in precedenza.
Fra i tanti “Campanelli di Allarme” che si possono trovare nelle vittime di maltrattamento, sono frequenti:
- Enuresi (ad esempio bimbi già “spannolinati” tornano a farsi la pipì addosso);
- Encopresi (difficoltà a gestire il controllo sfinterico);
- Insonnia o frequenti risvegli notturni;
- Inappetenza;
- Ansia da separazione;
- Disturbo dell’Attaccamento;
- Mutismo selettivo.
Occorre non sottovalutare mai questi “cambiamenti negativi” e parlarne prima possibile con un professionista che possa aiutarvi a comprenderli ed interpretarli nel modo corretto. Per approfondire clicca QUI.
Come porsi nei confronti dei propri figli
Sarebbe sempre meglio non chiedere ma osservare. Le cose importanti da tenere sotto controllo sono tutte quelle manifestazioni non verbali e spontanee che il bambino può mettere in pratica nella vita di tutti i giorni. Improvvisi cambi d’umore mai visti in precedenza, pianti inconsolabili e immotivati, problemi nel sonno, giochi violenti. Per quanto riguarda le domande, quelle che vanno evitate sono le domande dirette alle quali si possa banalmente rispondere con un “si” o con un “no” e quelle suggestive. Il bambino deve sentirsi libero di raccontare la propria realtà per come l’ha vissuta. Sì, dunque, a domande del tipo “Cosa è successo a scuola?”, “Come ti sei sentito?”, “Chi c’era con te?”
Cosa fare in caso di dubbio su maltrattamenti infrastrutturali
Chiedere aiuto a persone competenti in materia.
Perché a volte un dubbio è davvero solo un dubbio da fugare, ma meglio farsi e fare una domanda in più che una in meno.
La cosa che inoltre consigliamo caldamente è il non confidarsi sui social network o in pubblico magari con persone poco conosciute perché questo invece potrebbe diventare controproducente.
Parlare con noi, con un medico, un avvocato o con le forze dell’ordine vi assicura l’effettiva riservatezza dell’informazione e vi permetterà di essere tutelati e consigliati nel modo migliore per voi, per i vostri figli e per tutti gli altri bambini coinvolti.
Che cosa si può dire alle mamme che hanno vissuto, o stanno vivendo, situazioni difficili?
I sensi di colpa sono i peggiori nemici delle mamme perché spesso non ci permettono di comportarci nel modo giusto o di far capo alla nostra capacità genitoriale della quale invece i nostri bimbi hanno bisogno. Dobbiamo imparare a perdonarci perché spesso è davvero complicato, per chi è coinvolto, identificare e accettare il problema. Incontriamo e ascoltiamo centinaia di mamme ogni mese e tutte ci ripetono che non avrebbero mai creduto, che conoscevano bene le maestre, a volte ci dicono che il bambino andava volentieri a scuola e che mai e poi mai avrebbero immaginato.
Come instaurare di nuovo un rapporto di fiducia verso il personale educativo
Così come esistono le maestre meravigliose esistono anche le strutture stupende che ci chiamano e ci chiedono come fare per “differenziarsi” da tutte queste brutture che si vedono ormai quasi ogni giorno. Con queste strutture mettiamo in atto progetti o idee che possano aiutare le famiglie a tornare a fidarsi dell’istituzione scolastica. La collaborazione e la trasparenza dei rapporti e dei bisogni secondo noi può e deve stare alla base della prevenzione.
Rispondiamo alle “domande difficili” della giurisprudenza in caso di maltrattamenti infrastrutturali:
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I CAMPANELLI DI ALLARME
Esistono alcuni sintomi che possono identificare la presenza di un possibile maltrattamento. Scopri quali sono e come riconoscerli!
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